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I primi a coltivarla furono gli Aztechi, che celebravano semina e raccolto con feste rituali e religiose e usavano i semi come preziosa moneta di scambio. Ne conoscevano assai bene anche le proprietà energetiche e stimolanti, e lo consumavano sotto forma di bevanda che i Maya definivano xocoatl (atl significa acqua).
Nel 1504 Cristoforo Colombo chiamò i semi di cacao "mandorle curiose", e inviò qualche esemplare di questa esotica curiosità al re di Spagna. Ma ad importare realmente il cacao nel Vecchio continente fu, nel 1528, lo spagnolo Fernando Cortés, il quale- testimoniandone in tal modo le caratteristiche di alimento corroborante - ebbe a scrivere: "dopo aver bevuto il cacao possiamo camminare per tutta una giornata senza avvertire fatica né sentire appetito".
In un arco di tempo relativamente breve il cacao in bevanda si diffonde in tutta l'Europa. Inizialmente, però, non riscuote grandi consensi: lo si trova troppo amaro, al punto da modificarne il gusto aggiungendo zucchero di canna e vaniglia. In seguito, tuttavia, diventa così ricercato da assumere il nome scientifico (datogli dal grande botanico Linneo) di "Theobroma": "alimento degli dei", nientemeno...
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Nel '700 e nell'800 nel bel mondo, e non solo in esso, la moda del cioccolato si diffonde. In città si moltiplicano le "botteghe" che lo offrono ai loro clienti, e nascono le prime specialità. Come la bavareisa o il bicerin, cioè l'indimenticabile "eccellente bevanda composta di caffè, latte e cacao servita a un prezzo relativamente basso in tutti i caffè" di Torino. Così scrisse nel 1852 Alexandre Dumas di passaggio nella città sabauda, dove del resto si conserva tuttora il piacere di gustare (e servire) una cioccolata calda "regale".
Per molti un autentico rito, da celebrare preferibilmente in uno dei prestigiosi locali storici che impreziosiscono il centro: Fiorio, Stratta, Platti, Barratti & Milano, Mulassano...
Intanto un suddito piemontese aveva provveduto ad inventare, nei primi anni del secolo scorso, una macchina per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con lo zucchero e la vaniglia in modo da poterla solidificare. Ciò permise la creazione della "tavoletta" e dei primi cioccolatini, dalla forma di una grossa ghianda, e in Piemonte la produzione che già verso la fine del XVII secolo raggiungeva i 350 chili al giorno, in parte esportati - subì ulteriori incrementi mentre per imparare l'arte del cioccolato, o carpirne i segreti, si giungeva fin qui da ogni parte d'Europa. Svizzera compresa...
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Ancora qualche decennio e, se fosse vissuto nel nostro secolo, probabilmente Dumas padre sarebbe stato fra i tanti estimatori della crema di cioccolato, universalmente nota come Nutella, che fuoriesce dallo stabilimento della Ferrero in Alba.
In Piemonte sono ancora parecchie le confetterie artigianali (mitico il piccolo laboratorio-negozio torinese dei Peyrano in riva al Po) che lavorano il cacao seguendo i metodi tradizionali. Ci offrono, ogni giorno, mille prelibate proposte che consolidano la fama che la nostra piccola, golosa "patria del cioccolato" s'è meritatamente conquistata nel mondo intero.
Le proprietà
Oltre ad essere buono, si dimostra un valido alleato per la salute. Combatte l’ipertensione, è un ottimo antiossidante e, non ultimo, ha effetti positivi anche sull’umore. Assunto in piccole quantità, il cioccolato aiuta amantenere in buono stato l’endotelio, la parete interna delle arterie: il suo corretto funzionamento è indice di una buona salute dell’intero sistema cardiovascolare. Problemi all’endotelio rappresentano un grave rischio per il cuore, al pari di fumo, lipidi in eccesso ed ipertensione; possono anche determinare la formazione di placche che restringono le arterie, fino a ostruirle (aterogenesi).
Gli zuccheri semplici del cioccolato aumentano il livello di serotonina del sangue: essa agisce positivamente sul tono dell’umore, migliorandolo. Il cioccolato, inoltre, contiene magnesio, indispensabile per i processi metabolici e per la funzionalità di alcuni enzimi, ma anche per i fenomeni di trasmissione neuromuscolare degli stimoli nervosi che rendono l’organismo in grado di adattarsi alle situazioni stressanti.
Gli alcaloidi del cacao (caffeina e la teobromina) agiscono positivamente sul sistema nervoso, favorendo la concentrazione mentale e che agiscono anche a livello cardiocircolatorio e muscolare.
Dove in Piemonte:
Se dopo aver letto questo post vi è venuta voglia di cioccolato e di assaggiarne qualcuno vi indichiamo alcuni luoghi dove sicuramente merita spendere un poco del vostro tempo sia per la bellezza della location che per il piacere che ne gioverete.
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- Nella centralissima Via Lagrange nel centro di Torino ha aperto una nuova bottega Gobino per maggiori info visita: http://www.guidogobino.it/
- A pochi minuti dal centro si può far visita al negozio-laboratorio artigianale Peyrano sito in Corso Moncalieri 47 e Corso Vittorio 76. Per maggiori info : http://www.peyrano.com/
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Dove fare la CIOCCOLATOTERAPIA in Piemonte:
Strutture a Alessandria
Acqui Terme:
Quattordio:
Strutture a Cuneo
Limone Piemonte:
- Le Village Spa: http://www.levillagespa.com/
Interessante da seguire.
RispondiEliminaCHE BELLO!!!
RispondiEliminaE
RispondiEliminaMa non vale a quest'ora e' un invito..